venerdì 8 ottobre 2010

Mozione definitiva assemblea nazionale Roma 3 ottobre 2010

Giulia Caruso | 03 Ottobre 2010

Primo commento dall’Assemblea nazionale dei Comitati solidali e antirazzisti

Una discussione che ci accresce
(in fondo: il documento approvato)
L’Assemblea dei Comitati solidali e antirazzisti di oggi a Roma ha visto la partecipazione di circa 500 persone che con determinazione hanno espresso il bisogno e la necessità di voler esserci per interrogarsi sul modo in cui continuare l’esperienza di solidarietà in questo Paese.
Nell’intervento di apertura Renato Scarola ha offerto un’importante riflessione sul contesto di aggravamento delle logiche disumanizzanti che sono proprie della politica, e in particolar modo di quella democratica. Anche per questo il ruolo dei CSA è determinante nel contribuire a creare ambiti umani differenti, altro da queste logiche politiche.
Più di venti interventi si sono succeduti, coordinati da una presidenza molto capace nel gestire i tempi concentrati dell’assemblea – svoltasi nella sola mattinata –, permettendo a chiunque lo volesse di poter parlare.
L’impressione è quella di una riflessione comune che è in crescita, basata sul principio della comune umanità sulla quale si sviluppa la solidarietà che si esprime in ogni CSA e che sta cambiando la vita a tante e tanti protagonisti, così come affermato con forza, con accenti e lingue differenti, negli stessi interventi. Costruire la solidarietà oggi vuol dire costruire delle micro-società – come sottolineato in un intervento in particolare – dove la solidarietà stessa, la sorellanza e la fratellanza siano principi agenti, una solidarietà quindi che cambia le persone, migliorando le relazioni tra queste.
Perché impegnarsi in un CSA?
Perché vogliamo vivere bene, vogliamo costruire relazioni umane migliori perché basate sulla solidarietà e vogliamo farlo fuori dai meccanismi della politica: di questo c’è bisogno di continuare a parlare ed è parte della costruzione di CSA capaci di attrarre e coinvolgere migliaia di persone che nell’impegno solidale e antirazzista trovano la propria espressione di vita.
Dario Renzi ha ripreso questi concetti generalizzandoli nel suo intervento conclusivo, che ha fornito un ulteriore approfondimento di riflessione, restituendo fiducia e prospettiva ai protagonisti alle protagoniste. Questo impegno solidale ha bisogno di principi, programma e luoghi per vivere e far vivere meglio la solidarietà stessa.
Annunciamo ai nostri lettori e alle nostre lettrici che il n.154 de La Comune, in uscita lunedì 11 ottobre, conterrà nelle sue pagine articoli dettagliati su questa giornata.
 
Roma, 3 ottobre 2010
Giulia Caruso
 

 
 

Costruiamo ambiti solidali indipendenti, costruiamo i CSA

 1. La condizione umana della nostra gente, anche in questo paese, continua ad aggravarsi.
Più che mai i valori e la prassi, la cultura e l’impegno, il sentimento e l’organizzazione della solidarietà, che abbiamo cominciato ad assumere, sono attuali ed urgenti, vanno sviluppati ed approfonditi, estesi e sedimentati.
Questa tragica situazione sociale, culturale e coscienziale è alimentata in Italia dall'agire del governo Berlusconi e dal dilagare del razzismo nella società. Questi attacchi gravissimi alla condizione umana sono permessi e favoriti dal sistema democratico dominante, intrinsecamente escludente e razzista, nel cui ambito si muove la quasi totalità delle realtà organizzate.
 
2. La solidarietà umana che abbiamo cominciato ad esprimere nell’esistenza e nell’attività dei CSA comporta una capacità propositiva generale ed articolata ad un tempo.
Si tratta di cominciare ad interpretare ed elaborare una reciprocità coinvolgente -attraverso il metodo del dialogo- nei confronti delle persone provenienti da altri paesi, nei confronti della grande maggioranza delle donne che sono colpite per le loro stesse caratteristiche di genere; nei confronti di chi cerca lavoro o comunque ne è privo; nei confronti di chi viene quotidianamente sfruttato e minacciato nella propria integrità fisica e mentale da condizioni lavorative disumane; nei confronti di chi è tenuto in uno stato di precarietà o addirittura preparato a ciò da un sistema educativo rigorosamente padronale; nei confronti di tutti coloro che sono discriminati per le loro scelte diverse su svariati terreni.
 
3. La solidarietà umana ha in primo luogo un valore d'assieme, fondato sul principio della comune umanità, da sviluppare permanentemente. Il nostro è un impegno di riflessione e azione per affermare e far avanzare il senso generale della solidarietà, la nostra piattaforma comune, condizione essenziale per rafforzare e sviluppare ogni singolo CSA e le sue iniziative particolari.
 
4. E’ evidente che la solidarietà è sotto attacco e minacciata costantemente: scegliamo di costruirla in piena autonomia e indipendenza da chi la osteggia, cioè in primo luogo dalle istituzioni democratiche e dalla loro stessa logica. La solidarietà umana ha bisogno di protagonismo e richiede rapporti umani diretti, la ricerca d'interlocuzione con le persone, il rispetto e la considerazione degli individui, il cambiamento paziente delle relazioni, la costruzione di ambiti di comunanza alternativa alla disgregazione esistente, la partecipazione attiva alle proteste e alle lotte, lo sviluppo della riflessione e l’educazione permanente ai valori e alla cultura della solidarietà con continuità.
 
5. Diamo vita ad un bollettino della solidarietà, di informazione sui e dei CSA, per far conoscere la loro vita e attività. A tal fine si decide che ogni CSA elegga un referente con il compito di mantenere le connessioni con gli altri CSA e la Commissione tecnica per garantire la realizzazione di tale bollettino. Responsabile della fattura del bollettino sarà il nucleo romano della Commissione tecnica.
 
6. Promuoviamo per il Primo Maggio 2011 una giornata nazionale della solidarietà per approfondire la riflessione ideale e sui nostri compiti. Per decidere i contenuti e le modalità di preparazione di questa iniziativa è convocato, per sabato 5 febbraio, il Coordinamento nazionale dei CSA (vedi articolo 5 della carta costitutiva).
  
(risoluzione approvata a maggioranza con 1 non partecipante al voto)

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