giovedì 24 febbraio 2011

Pubblichiamo il volantino della corrente di Utopia Socialista condividendo pienamente la posizione e gli intenti.
LA TERRA È DI TUTTI,
NESSUNO È STRANIERO
Una nuova rivoluzione della gente comune albeggia
nei paesi arabi dando speranza in quei luoghi e a noi tutti.
Nel frattempo però milioni di persone,
a causa degli oppressori locali e mondiali,
rischiando la vita come in Libia, sono costretti all'esodo.
Questo pianeta su cui abitiamo è luogo di tutti e proprietà
di nessuno. Tutti dobbiamo poterci spostare liberamente, tanto più
se siamo costretti a fuggire per salvarci da un massacro come quello inaudito
che sta avvenendo in Libia: in questo caso l’unica vera speranza su
cui poter contare è il soccorso di altri esseri umani.
Ci affacciamo sullo stesso mare, facciamo parte della stessa famiglia
umana, la sorte degli uni è profondamente collegata a quella degli altri.
In nome della comune umanità prepariamoci ad uno sforzo straordinario
di accoglienza solidale.
Gli stati della riva Nord del Mediterraneo, complici del tiranno assassino
Gheddafi e preoccupati solo dei loro sporchi affari, preparano ai profughi
un trattamento disumano: li interneranno, schederanno, dislocheranno,
respingeranno.
Ciò che abbiamo conosciuto e combattuto in questi decenni a fianco delle
persone immigrate si moltiplicherà in un tempo concentrato: perciò è
necessario e urgente moltiplicare l’impegno e gli sforzi di tutti coloro che
sono disposti ad accogliere tutti con solidarietà e generosità, a difenderli
e proteggerli dal cinismo degli stati, e specialmente di quello italiano,
complice del sangue che scorre nelle terre di Libia.

lunedì 14 febbraio 2011

IN SOLIDARIETA’ CON LA RIVOLUZIONE ARABA

Sabato 12 Febbraio in molte piazze italiane, da Milano a Palermo, passando per Firenze e Roma, siamo stati partecipi di importanti manifestazioni di solidarietà alle rivoluzioni che stanno scuotendo tanta parte del “mondo arabo”. Dalla cacciata di Ben Alì dalla Tunisia, ai movimenti dell’Algeria e dello Yemen, fino all’imponente e perseverante ondata rivoluzionaria della popolazione egiziana, tutto fa presagire che il “mondo arabo”, meglio i popoli arabi, hanno virato verso nuovi orizzonti, verso un nuovo futuro. Noi come Comitato Solidale e Antirazzista non possiamo non riconoscerci in tanta parte di umanità che cerca di riscattarsi, e così facendo di riscattare tutti noi, nella ricerca di un futuro migliore, di una speranza che, come provano le tante e festanti testimonianze dirette, è fatta di partecipazione diretta, di solidarietà diffusa, di scelte prese in comune. Non possiamo sapere come andranno queste ondate rivoluzionarie, che tanto somigliano a quelle dell’89 del secolo appena trascorso. Certo è che trovarsi per settimane a condividere una piazza con decine di migliaia di persone, intere famiglie, musulmane e cristiane assieme, nella paura di non sapere fino a quando, e se, i militari non apriranno il fuoco, ma nella gioia e nella consapevolezza che insieme si può e si sta cambiando il mondo…. , che dire… è come vedere con i propri occhi che la Storia con la “S” maiuscola non la si può fermare, come verificare che realmente solo con una reale e diffusa comunanza si può sognare un futuro fatto di tutti e per tutti. Non è solo e tanto la vittoria su un dittatore quanto l’averlo fatto assieme, per se stessi, per i vicini di casa, per i propri figli e per i figli di tutti. Non sappiamo come procederà questa favolosa rivoluzione araba ma è importante che diventi anche la nostra rivoluzione, perché il mondo arabo è il nostro mondo, perché i nostri fratelli arabi possano infonderci il giusto coraggio e la necessaria consapevolezza per credere che il cambiamento è possibile, perché il cambiamento è possibile, se pensato insieme e per gli altri.
E mentre riflettiamo sulla cacciata del dittatore egiziano, oggi il vento ha ripreso a soffiare sull’Iran…..Un vento caldo, fatto di migliaia, di milioni di voci, che forse arriverà fino noi, anzi, sicuramente arriverà fino a noi perché è anche il nostro vento.

Viva piazza Tahrir, viva la rivoluzione araba

Antonio
Sabato 12 Febbraio, P.zza S.Annunziata.
E' qui che abbiamo deciso come comitato solidale antirazzista La Via Della Libertà di incrociare, condividere e nutrire le ragioni del nostro impegno solidale con quelle dei fratelli egiziani, tunisini e non solo, in relazione all'epocale e straordinario processo di liberazione avviato dalla nostra gente nel nord dell'Africa.

Un terremoto che scuote nelle fondamenta il secolare potere oppressivo perpetuato dalla politica.

Un colpo pesantissimo e significativo alla quint'essenza del sistema democratico borghese, al cuore delle propaggini più odiose, reazionarie e sanguinarie di esso, rappresentate dei regimi militari e teocratici africani e latino americani da un lato, e dal modello asiatico neo capitalista schiavista ed omicida dall'altro.

Una sonora bocciatura, rabbiosa ma al tempo stesso inerme e pacifica, speranzosa, ma soprattutto ed in primo luogo autenticamente inappellabile quella rivolta alla credibilità etico morale della politica ed all'attendibilità sempre più pallida e fragile delle sue promesse di emancipazione e giustizia; una condanna ferma e coraggiosa, incorruttibile come la dignità che quei sistemi tentano da sempre, invano, di spezzare, e che ritroviamo invece intatta, impressa sui volti delle donne e degli uomini di piazza Tarhir, ai quali ed alle quali da Firenze Sabato scorso abbiamo cercato di dire "bravi!..brave!", e semmai un "grazie.." non retorico, per averci insegnato che liberare se stessi significa sempre, anche, in qualche modo, liberare gli altri.

E allora sì, ancora una volta:" Siamo tutti in piazza Tahir!"

David

lunedì 7 febbraio 2011

VIVA LA RIVOLTA DEL POPOLO EGIZIANO!
libertà e dignità – via Mubarak
Tunisia, Algeria, Yemen, Giordania e soprattutto Egitto. Dopo la fuga di Ben Alì dalla Tunisia e mentre le mobilitazioni popolari continuano contro il nuovo governo, milioni di persone hanno riempito pacificamente le città egiziane. Una moltitudine di persone comuni ha sfidato il coprifuoco ed è confluita nel centro del Cairo reclamando la fine del regime assassino e corrotto, la cacciata di Mubarak. Di fronte alla mobilitazione popolare l’esercito, che pure schierava i tank nelle strade, non ha osato muovere un dito. Oggi settori della polizia e di sostenitori di Mubarak hanno aggredito la popolazione cercando di scacciarla dalla centrale piazza Tahrir, senza riuscirci.
Stiamo vivendo l’inizio di un processo rivoluzionario moltitudinario e spontaneo di cui è protagonista la gente comune. Un’intera area del mondo è coinvolta, iniziano ad esserne interessati direttamente decine di milioni di persone, ma assume una dimensione planetaria perché riguarda il futuro di tutti noi. La speranza concreta di miglioramento della vita si concentra nel coraggio e nella determinazione della popolazione egiziana e degli altri che, in questo momento, lottano nel mondo arabo. Sono in gioco la libertà, la dignità, l’affermazione dei bisogni umani contro le angherie e le ingiustizie di poteri oppressivi e caste dominanti. Se cresce e inizia a vincere questa spinta rivoluzionaria facendo giustizia di un regime con le mani sporche di sangue, si rafforzano le speranze di libertà e miglioramento della vita per tutti i popoli del mondo. Al Cairo, le qualità migliori che ci contraddistinguono come esseri umani risorgono, ed in esse possiamo identificarci. Il protagonismo diretto, il coraggio, la voglia di cambiare e migliorare sono nella grande piazza, non a caso piena di cartelli scritti a mano, di donne al megafono, di dignità e di fierezza.
È proprio tutto ciò che temono i potenti di ogni latitudine: fino a ieri complici di Mubarak, oggi invocano una “transizione ordinata”, affinché tutto resti come prima. È l’ipocrisia propria del sistema democratico, di cui i regimi autoritari arabi sono agenti in loco, che pretende di stare allo stesso tempo con gli aguzzini e con le vittime. Ma è anche espressione autentica dello smarrimento con cui guardano ad avvenimenti che hanno enorme difficoltà a controllare; sono significative le parole di Hillary Clinton, segretaria di Stato americana: sentono il terreno franare sotto i loro piedi.
Sono poteri oppressivi che non vanno sottovalutati, capaci di repressione feroce e di manovre, che in queste stesse ore lavorano per soffocare l’anelito di libertà delle genti egiziane. A maggior ragione c’è bisogno di uno schieramento forte e chiaro di solidarietà. Con il cuore e con la mente siamo al loro fianco, sosteniamo la straordinaria autoattività popolare affinché si consolidi in autorganizzazione stabile e indipendente, nell’autodifesa e nello sviluppo delle mobilitazioni.
Ci battiamo per una prospettiva di autotrasformazione complessiva della società egiziana e della vita, perché essa possa essere ripensata e riorganizzata in chiave comunitaria fuori da ogni oppressione statale.

con il popolo egiziano ed i popoli arabi in lotta
contro la miseria e le corrotte dinastie democratiche
via subito Mubarak
autodifesa delle mobilitazioni
dal sito www.lacomuneonline.it