lunedì 7 febbraio 2011

VIVA LA RIVOLTA DEL POPOLO EGIZIANO!
libertà e dignità – via Mubarak
Tunisia, Algeria, Yemen, Giordania e soprattutto Egitto. Dopo la fuga di Ben Alì dalla Tunisia e mentre le mobilitazioni popolari continuano contro il nuovo governo, milioni di persone hanno riempito pacificamente le città egiziane. Una moltitudine di persone comuni ha sfidato il coprifuoco ed è confluita nel centro del Cairo reclamando la fine del regime assassino e corrotto, la cacciata di Mubarak. Di fronte alla mobilitazione popolare l’esercito, che pure schierava i tank nelle strade, non ha osato muovere un dito. Oggi settori della polizia e di sostenitori di Mubarak hanno aggredito la popolazione cercando di scacciarla dalla centrale piazza Tahrir, senza riuscirci.
Stiamo vivendo l’inizio di un processo rivoluzionario moltitudinario e spontaneo di cui è protagonista la gente comune. Un’intera area del mondo è coinvolta, iniziano ad esserne interessati direttamente decine di milioni di persone, ma assume una dimensione planetaria perché riguarda il futuro di tutti noi. La speranza concreta di miglioramento della vita si concentra nel coraggio e nella determinazione della popolazione egiziana e degli altri che, in questo momento, lottano nel mondo arabo. Sono in gioco la libertà, la dignità, l’affermazione dei bisogni umani contro le angherie e le ingiustizie di poteri oppressivi e caste dominanti. Se cresce e inizia a vincere questa spinta rivoluzionaria facendo giustizia di un regime con le mani sporche di sangue, si rafforzano le speranze di libertà e miglioramento della vita per tutti i popoli del mondo. Al Cairo, le qualità migliori che ci contraddistinguono come esseri umani risorgono, ed in esse possiamo identificarci. Il protagonismo diretto, il coraggio, la voglia di cambiare e migliorare sono nella grande piazza, non a caso piena di cartelli scritti a mano, di donne al megafono, di dignità e di fierezza.
È proprio tutto ciò che temono i potenti di ogni latitudine: fino a ieri complici di Mubarak, oggi invocano una “transizione ordinata”, affinché tutto resti come prima. È l’ipocrisia propria del sistema democratico, di cui i regimi autoritari arabi sono agenti in loco, che pretende di stare allo stesso tempo con gli aguzzini e con le vittime. Ma è anche espressione autentica dello smarrimento con cui guardano ad avvenimenti che hanno enorme difficoltà a controllare; sono significative le parole di Hillary Clinton, segretaria di Stato americana: sentono il terreno franare sotto i loro piedi.
Sono poteri oppressivi che non vanno sottovalutati, capaci di repressione feroce e di manovre, che in queste stesse ore lavorano per soffocare l’anelito di libertà delle genti egiziane. A maggior ragione c’è bisogno di uno schieramento forte e chiaro di solidarietà. Con il cuore e con la mente siamo al loro fianco, sosteniamo la straordinaria autoattività popolare affinché si consolidi in autorganizzazione stabile e indipendente, nell’autodifesa e nello sviluppo delle mobilitazioni.
Ci battiamo per una prospettiva di autotrasformazione complessiva della società egiziana e della vita, perché essa possa essere ripensata e riorganizzata in chiave comunitaria fuori da ogni oppressione statale.

con il popolo egiziano ed i popoli arabi in lotta
contro la miseria e le corrotte dinastie democratiche
via subito Mubarak
autodifesa delle mobilitazioni
dal sito www.lacomuneonline.it

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